Il colpo di frusta, o rettilineizzazione del rachide cervicale, comporta una cattiva distribuzione del peso della testa sul collo creando così uno spasmo del muscolo che va a comprime il nervo scatenando il dolore.
Per le assicurazioni è un danno da non pagare, una bazzecola, però chi ne soffre non la pensa allo stesso modo.
Per curarsi è necessario perdere tempo, e spendere denari in visite fisiatriche, e sottoporsi a cicli di fisioterapie adeguate.
Purtroppo accade anche di vedere pazienti trattati con visite frettolose e terapie inadeguate che si protraggono nel tempo senza dare risultati positivi, anzi, non solo, creano danno su danno perché fanno sembrare l’infortunato un piagnone, se non un fintone che cerca di lucrare indebitamente con lamentele esagerate.
Ma pensate ad una impiegata amministrativa che passa otto ore al giorno sul computer, o ad un camionista. Quanto può gravare su di loro il dolore al collo? E in termini di tempo? Ne soffriranno solo sul lavoro o si porteranno il dolore anche a casa? Ovvio, lavorare vuol dire trascurare le cure, le conseguenze sono facilmente immaginabili.
Ma per farsi riconoscere un piccolo risarcimento bisogna sempre lottare, e con argomenti comprensibili per i liquidatori delle assicurazioni. Demordere vuol dire permettere alle assicurazioni di pagare sempre meno, fino a quando il risarcimento saranno capaci di ridurlo a zero. È una lotta continua fra capitale ed umanità. Non ci sono super partes, ci sono solo partes, e chi sta da una parte non può tutelare gli interessi dell’altra parte. È elementare, non bisogna farsi confondere.

